Storia di Chieti
Secondo una leggenda di origine seicentesca, la città sarebbe stata fondata nel 1181 a.C. dall'eroe Achille, che la chiamò Teate in onore della madre Teti. L'eroe omerico è rappresentato anche sullo stemma della città. Da un punto di vista storico, i nomi attestati nell'antichità sono la forma latina Teate Marrucinorum e quella greca Τεατέα (Teatéa) usata dallo storico Strabone[2], che la qualifica come centro principale dei Marrucini (τὴν τῶν Μαρρουκίνων μητρόπολιν). Nei manoscritti che tramandano l'opera di Strabone, tuttavia, sono presenti forme corrotte del nome, come l'accusativo femminile ΤΕΑΤΗΝ o la versione ΤΕΑΓΕΑΤΗΝ. Quest'ultima forma, in particolare, contiene probabilmente due errori del copista: l'aver accorpato al nome il successivo articolo ΤΗΝ, in realtà separato, e l'aver travisato il secondo tau per un gamma[3]. L'errore fu poi amplificato e diffuso da alcune traduzioni dell'opera di Strabone, come quella cinquecentesca del Buonacciuoli, che rese il nome in italiano come "Tegeate"[4]. Da qui l'accostamento fatto da alcuni con la città greca di Tegea, e la correlativa ipotesi che la città fosse stata fondata da coloni arcadi. La teoria è avanzata da Lucio Camarra[3]; secondo Girolamo Nicolino, invece, il nome Tegete sarebbe una storpiatura, e predilige la versione mitica del nome della dea Teti[5]. In ogni caso non è noto con esattezza l'originario nome italico della città. Durante tutta l'epoca del dominio romano la città ebbe il nome di Teate Marrucinorum, e successivamente, dopo il sacco di Pipino d'Italia nell'802[1], iniziò a modificare il nome con il volgarizzamento della lingua parlata, che ne trasformò la pronuncia in Chieti[6].
